Molte persone, anche qui nelle Marche, prendono a modello la Sanità della Regione Veneto per contestare quello che non va nella nostra realtà e quello che viviamo quotidianamente se abbiamo bisogno di cure.
Peccato che analizzando davvero i fatti troveremo che la sanità marchigiana, con le politiche degli ultimi 5 anni del PD e alleati, sta andando nella stessa direzione di quella di Zaia e della Lega in Veneto.
Cosa cambia?
NULLA!
Prima di parlare bisognerebbe almeno, non dico conoscere, ma quanto meno informarsi.
Riporto qui la parola di un medico che opera nella sanità veneta per darvi modo di confrontare quello che succede nelle nostre Marche e quello che avviene nel decantato modello Veneto.
Noterete che non c’è NESSUNA differenza.
Io non ho nulla da spartire con chi ha portato la nostra Regione a privatizzare la sanità che per me è e deve rimanere pubblica.
Io dico SI alla Sanità pubblica nelle Marche e NO ad un’alleanza con chi invece sta facendo di tutto per darla in mano ai privati.
Su queste basi di partenza IO DICO NO!
Se la piattaforma di un possibile accordo cambia, ed ancora non c’è nulla di tutto questo se non salvarsi la poltrona, chissà…
Buona lettura, e giudicate voi se volete continuare su questa strada.
Gianluca Quacquarini
Consigliere Comunale Ancona
https://gianlucaquacquarini.wordpress.com
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“Come si fa politicamente a passare da un sistema sanitario pubblico ad uno privato senza dirlo ai cittadini? Come si fa a chiudere reparti facendo finta di non chiuderli, come sta facendo Zaia in Veneto?
Lo fai un po’ alla volta. Lo fai obbligando i professionisti a pagarsi l’assicurazione da soli, così tagli quella spesa.
Poi non assumi personale dove serve.
Poi non paghi gli straordinari o gli acquisti di prestazione dicendo che li pagherai più avanti.
Intanto i medici si trovano a spendere soldi per assicurazioni, non avere più straordinari pagati e ad essere sempre in meno a fare lo stesso lavoro che copre 24 h tutti i giorni.
Poi dai direttive come in fabbrica, pretendendo una visita ogni dieci minuti quando ne servirebbero almeno venti, in media, per avere il tempo di dire buongiorno e buonasera.
I pazienti sono scontenti perché aspettano, si innervosiscono, aggrediscono i medici che si trovano pagati male o addirittura con ore non pagate, con turni di lavoro impossibili, pazienti nervosi ed aggressivi che fanno causa per mille motivi e la tua azienda non ti copre. E vai di spese legali.
Le liste di attesa si allungano, la gente va nel privato.
La Regione intanto fa convenzioni col privato, aiutandolo. Così i medici si rendono conto che lo stesso lavoro viene loro pagato il doppio da un’altra parte senza fare 10 notti al mese o avere impegnati due weekend su 4.
In tutto questo, i medici sono pure pochi perché un imbuto impedisce ai neolaureati di specializzarsi.
Ad un certo punto, tra pensionamenti e licenziamenti non hai più medici e il reparto non c’è più, come ginecologia a Piove di Sacco o Pediatria a Camposampiero. Pian piano tagli i servizi territoriali, appaltando alle coop per non assumere nuovi infermieri. Dai un disservizio alla popolazione e tanti infermieri neolaureati vanno in Inghilterra o Germania. O vanno nel privato che cresce pian piano al decrescere del pubblico.
Questa è stata la strategia di gestione del Sistema Sanitario Veneto di Luca Zaia. E non sono stati avvenimenti casuali, è un uomo troppo intelligente per accusarlo di incapacità, è stata proprio una sua scelta, condivisa dalla maggioranza in Veneto. Quello di cui non sono sicura, invece, è che i cittadini veneti lo abbiano votato convinti che avrebbe fatto tutto questo”.
[Laura Frigo]