Possibili scarichi in mare di liquami prodotti dalle navi.
Come sappiamo in alcuni porti italiani, compreso quello di Ancona, sono state, giustamente, ormeggiate oltre 10 navi da crociera che hanno interrotto i servizi crocieristici pur avendo a bordo migliaia di passeggeri e di lavoratori marittimi che devono rimanere in quarantena a seguito della pandemia che sta investendo molti Paesi nel mondo.
La denuncia di possibili scarichi in mare di liquami prodotti dalle navi, che per ora riguarda sicuramente il porto di Civitavecchia, arriva dalla Ansep Unitam, l’Associazione Nazionale delle Imprese per i Servizi Ecologici Portuali e la Tutela dell’Ambiente Marino, che per il porto laziale ha già inviato una richiesta di pronto intervento a tutti gli organi preposti perché intervengano il prima possibile riportando la situazione nel rispetto della legalità e della legittimità.
L’associazione si riferisce, per ora appunto, alle due navi da crociera, Msc Grandiosa e Costa Victoria, ormeggiate da settimane in porto a Civitavecchia e bloccate a causa dell’emergenza coronavirus, con a bordo anche persone positive al Covid.
La questione, però, riguarderebbe TUTTI GLI SCALI, a seguito della discussa nota congiunta emanata dalla Direzione generale del MIT e del Ministero dell’Ambiente che, contro ogni politica ambientale di salvaguardia e tutela delle acque marine consente lo scarico dei liquami prodotti dalle navi nelle acque portuali dove queste approdano. Le notizie certe sono che a Civitavecchia, secondo Ansep, Msc Grandiosa NON avrebbe mai conferito questa tipologia di rifiuti al concessionario del servizio, e che quindi presumibilmente abbiano scaricato i liquami, seppur trattati, in mare. Diversamente Costa Crociere, sebbene fino ad oggi abbia regolarmente conferito le proprie acque nere al concessionario del porto deputato al servizio di raccolta e smaltimento, ultimamente sarebbe determinata anch’essa, per meri motivi economici, a praticare a breve tale procedura, essendovi autorizzata dalla nota e dalla successiva ordinanza della Capitaneria di porto locale; questo nonostante la politica ambientale più volte dichiarata da questa compagnia sia contraria a tale procedura di scarico, con relative conseguenze per l’ecosistema marino.
Quali possibili rischi dunque per il porto di Ancona?
Potrà succedere anche nello scalo dorico che siano autorizzati questi scarichi di liquami direttamente in acque portuali?
Serve sicuramente chiarezza sul punto perché se così fosse, sarebbe concessa una vera e propria licenza di inquinare nello specchio d’acqua del porto con possibili conseguenti rischi per le spiagge anconetane.
Ricordo che nei porti italiani esistono impianti di trattamento e conferimento di tali rifiuti (acque nere delle navi nel porto).
Confido che, e sicuramente sarà così, le autorità locali impediranno che ci si pieghi a logiche di profitto che nessuna crisi economica può giustificare e permettere di inquinare.
Ritengo che una semplice nota, che NON ha sicuramente valore superiore alle leggi, possa permettere tale scempio ambientale né ad Ancona né in tutto il Mar Mediterraneo.
Per quanto mi riguarda, presenterò un’interrogazione urgente al Sindaco per porre all’attenzione del Consiglio Comunale, del prossimo 18 maggio, per chiedere i chiarimenti del caso.
Gianluca Quacquarini
Consigliere Comunale Ancona
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