Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’intervento dell’On. Eugenio Duca ex deputato, per tre legislature in Commissione Trasporti, sulla nomina di Matteo Africano a presidente del Porto di Ancona (Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico)
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La vicenda della nomina del Presidente dell’AdSP dimostra quanto è utile il parere delle competenti commissioni sulle nomine del Ministro o del Governo.
Una norma ritenuta “scomoda” dai soliti noti tanto che anche lo scorso anno, proprio i Deputati Onorevoli Davide Gariglio e Raffaella Paita (rispettivamente Capo gruppo PD e Presidente della IX Commissione trasporti) sono intervenuti con fermezza per cancellare dal DL “semplificazioni”, la norma che avrebbe trasformato il parere obbligatorio delle Commissioni in “mera comunicazione alle competenti Commissioni parlamentari”.
La bocciatura del Senato della nomina proposta dal Ministro d’intesa con i due Presidenti di Regione offre, a mio avviso, di rimediare ad una serie di errori (se non li vogliamo definire illegittimità) compiuti.
In prima battuta dall’ex Ministro On. Paola De Micheli ed ora dal Ministro Enrico Giovannini e dai due Presidenti Marsilio (Abruzzo) e Acquaroli (Marche).
Il Ministro, stando alla legge, non deve proporre terne o cinquine, ma nominare il Presidente d’intesa con le regioni interessate scegliendo fra i cittadini dei Paesi membri dell’Unione Europea, aventi comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale.
E i Presidenti di Regione non possono avanzare richieste, come hanno fatto, “di discontinuità”, o come Acquaroli che ha dichiarato “nonostante tale proposta non fosse di diretta emanazione”.
E quale legge prevede che il Presidente dell’AdSP (lo Stato nei porti italiani) debba essere di diretta emanazione: di chi?
Di un territorio?
Di un Partito?
Parole e atti in libertà che dimostrano una mania di “potere” che può travalicare ogni regola e ogni legge.
Secondo me un pessimo modo di amministrare.
Grazie al Parlamento è stato evitato un gravissimo errore e le responsabilità non possono ricadere sull’ing. Africano ma sui soggetti responsabili: il Ministro Giovannini che ha abdicato al proprio ruolo e soprattutto ai Presidenti di Regione Marsilio e Acquaroli (con le rispettive maggioranze).
In modo incomprensibile, e a tutt’oggi inspiegato, hanno messo un veto su una proposta che aveva incontrato il consenso (non dei Partiti politici) ma di tutte le forze economiche e sociali legate all’economia portuale dei territori marchigiani e abruzzesi.
Si sono dissociati dalla propria comunità, sordi alle richieste delle associazioni delle imprese, del commercio, dell’artigianato, degli spedizionieri e agenti marittimi, di Fincantieri e le altre imprese cantieristiche e del mondo del lavoro dipendente e autonomo delle due regioni, al punto di sostenere il primo nome che è capitato pur di impedire la riconferma del Presidente Rodolfo Giampieri (che resta in carica fino alla sostituzione), il quale, ironia della sorte, è stato nominato all’unanimità Presidente di ASSOPORTI (l’Associazione di tutte le AdSP d’Italia) e molto probabilmente con un ruolo importante anche in ESPO, l’Organizzazione europea dei porti marittimi (1.200 in 22 paesi Europei).
ESPO svolgerà un ruolo attivo nella ridefinizione delle reti TEN-T e dei corridoi plurimodali europei (e italiani).
L’AdSP del mare Adriatico centrale perderà dal prossimo mese anche il Segretario Generale e il Comandante del Porto.
Tutto ciò mentre l’AdSP deve portare a compimento importanti investimenti nei diversi porti del Sistema e alcune grandi opere che darebbero sviluppo e occupazione nei territori marchigiani e abruzzesi.
Non sono in grado di sapere cosa deciderà il Ministro ma posso dargli un suggerimento: ascolti le forze sociali del territorio marchigiano e abruzzese, eserciti il proprio ruolo di Governo e non coloro che agiscono impermeabili alle sollecitazioni di chi vive e lavora nei porti, come hanno fatto, in modo autoreferenziale e di nascosto i due Presidenti di Regione Marsilio e Acquaroli, interessati a mettere bandierine piuttosto che al bene dei propri territori e dei cittadini.
I ritardi accumulati in questi mesi, e quelli che si accumuleranno, sono da addebitare alle bramosie loro e dei loro Partiti.
Ci metta un rimedio Sig. Ministro.
Il Parlamento le ha dato una mano.
On. Eugenio Duca
ex Deputato
P.S. Ringrazio coloro che hanno proposto il mio nome per l’incarico, ma come ho già comunicato, sono lusingato ma non intendo assumere, per quel che resta della mia vita e per quello che ho fatto nella lunghissima attività sindacale, amministrativa e politico-legislativa, incarichi di gestione, ancorché prestigiosi.