Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un contributo di Luca Bonventi (Articolo 1 Ancona) sui temi che devono essere al centro del dibattito di una di Sinistra moderna e riformista e al nuovo quadro politico che si sta profilando sia a livello Nazionale che ad Ancona.
Buona lettura!
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La Mozione congressuale con cui si è eletto Roberto Speranza a Segretario Nazionale di Articolo 1 ha puntato la propria attenzione su temi importanti come ambiente, salute, lavoro, diritti e giustizia sociale, temi che devono essere al centro di una forza di sinistra moderna e riformista perchè oggi più che mai è il tempo della sinistra.
La pandemia prima e la guerra poi hanno fatto riemergere parole che pensavamo dimenticate e consegnate alla storia e che stanno alimentando le diseguaglianze sociali aumentando le fragilità di chi già faceva fatica a vivere la propria vita.
Roberto Speranza ci ha ricordato nella sua relazione come “la questione sociale è una bomba a orologeria innescata proprio dalle disuguaglianze. Disinnescarla è il compito, urgente, che attende la politica e che attende, in particolare, la sinistra.”
Nel nostro Paese vive sotto la soglia di povertà assoluta quasi una persona su dieci.
“La ricchezza si concentra, creando enormi divari di reddito: il 70% della ricchezza in Italia è nelle mani del 20% più benestante della popolazione, le cui condizioni nei primi vent’anni del nostro secolo, a dispetto delle varie crisi, sono migliorate. Mentre sono peggiorate quelle della classe media, con un’erosione costante del potere d’acquisto delle
famiglie, ora ulteriormente ridotto dall’aumento delle bollette e dall’inflazione. Il lavoro è troppo spesso precario, mal retribuito e alienante. In troppi casi, uccide. Oltre 1200 incidenti mortali sul lavoro l’anno, oltre 55.000 denunce di malattie professionali nel 2021, sono i dati di una guerra. Ma le vittime sono molte di più. Sono il 25% dei lavoratori italiani che percepiscono uno stipendio insufficiente a garantire una vita dignitosa. Sono le donne, per cui l’occupazione è ferma al 50%, che spesso sono costrette ad abbandonare l’impiego quando diventano madri oppure a ricorrere al part-time; e che soffrono di un ingiusto gap salariale rispetto agli uomini, a parità di mansioni. Sono i giovani, che in un caso su tre il lavoro non lo trovano e in un caso su dieci vivono sotto la soglia di povertà, con stipendi sempre più bassi e una retribuzione media oraria che non supera gli 11 euro. Questa povertà diffusa, che riguarda un pezzo significativo del Paese, rende la vita difficile oggi e impossibile domani, con la prospettiva
di pensioni insufficienti a garantire una vecchiaia dignitosa.”
Ieri la pandemia…
Grazie ad un costante e generoso lavoro ed a scelte forti e coraggiose il nostro Paese è riuscito ad uscire da un’incubo non dimenticando però le tante donne ed i tanti uomini che non ce l’hanno fatta.
Perchè questo non accada più va alimentata la ricerca, vanno aumentate le risorse nel settore sanitario e vanno eliminati i tagli lineari che troppe volte hanno caratterizzato le scelte dei Governi.
Oggi la guerra…
La colpevole e scellerata invasione dell’ Ucraina va fermamente condannata ma questo oggi non è più sufficiente.
Va ricercata la pace senza se e senza ma!
Questo è un conflitto che ha radici profonde ma che trova nella scelta europeista del governo ucraino e nella volontà di adesione alla NATO una delle principali cause.
E’ una guerra economica : le sanzioni varate contro Mosca, l’ aumento del costo del gas e delle altre materie prime, la sempre maggiore difficoltà di reperire grano e… stanno incrementando la povertà ed una fortissima crisi energetica.
E’ una guerra che ha creato la maggior crisi umanitaria di sempre: il conflitto, secondo i dati della UNHCR ha provocato ad oggi il maggior numero di rifugiati in Europa.
E’ una guerra che tende a ridisegnare la politica mondiale e che non può permettersi un ruolo secondario dell’Europa o di un’Europa divisa.
Domani la questione ambientale…
Una sinistra moderna non può avere nella propria agenda la questione ambientale: “È indispensabile intervenire a monte e a valle dei processi produttivi– sottolinea il nostro Segretario Nazionale- cambiando radicalmente le finalità di progettazione dei prodotti, la gestione dei rifiuti, i modelli di consumo, le priorità della ricerca scientifica, le modalità di erogazione degli incentivi fiscali e l’organizzazione delle nostre città
avendo l’obiettivo di ridurre gli sprechi e favorire le energie rinnovabili.”
Non possiamo perdere altro tempo!
La questione ambientale non può più essere rimandata o affrontata successivamente: deve essere affrontata con determinazione e con scelte precise e concrete.
Anche su questo tema la guerra in Ucraina sta avendo i suoi nefasti effetti riportandoci a scegliere il carbone, a riparlare di nucleare o di trivellazioni.
Di fronte a questo è primario il bisogno di un ritorno alla politica, una politica che, come dice Roberto Speranza “non chini il capo di fronte alle ragioni dell’economia anziché governarle.”
Con la globalizzazione si è pensato ad un mondo nuovo capace di essere autonomo nelle scelte, di gestire con risposte moderne le difficoltà: si è pensato che i partiti avessero fatto il loro tempo che il modello storico con le proprie organizzazioni, le proprie strutture fosse ormai superato.
Si è andati alla ricerca di una nuova forma che superasse tutto questo, una sorta di partito liquido ma non ci si è accorti che cosi facendo si è soltanto liquidata una forma di aggregazione che prevedeva il coinvolgimento delle persone, il confronto tra idee anche diverse, la discussione politica.
Si sono persi i riferimenti per tanti cittadini che via via hanno perso l’ appartenenza che sommata alla mancanza delle risposte alle tante domande ed all’ aumento della questione sociale hanno alimentato la sfiducia e fatto crescere l’ astensionismo o peggio ancora dell’antipolitica, un fenomeno che non interessa soltanto il nostro Paese ma che deve essere contrastato con la politica.
Solo alimentando il confronto delle idee, coinvolgendo le nuove generazioni, dando le risposte affrontando i temi da sempre al centro del nostro sentire politico e finora eluse possiamo sperare in un cambio di rotta.
Per questo motivo è il tempo della sinistra, una sinistra ecosocialista che ritrovi il proprio orgoglio e che abbia il coraggio di ritrovare un dialogo con un elettorato perso negli anni.
Che dia voce a quanti hanno scelto di non scegliere o che hanno espresso voti di protesta perchè delusi o traditi.
Torniamo a dire loro qualcosa di sinistra!
Su questo, Ancona non è da meno.
Negli anni il fenomeno dell’ astensionismo ha interessato anche la nostra città sempre più chiusa nel solito confronto statico.
Ad ogni tornata elettorale, dalle urne esce un messaggio chiaro che vede un cittadino su due non decidere.
Le risposte amministrative di questi anni hanno consolidato questo fenomeno: c’è bisogno di interpretare quelle insofferenze.
Il centrosinistra deve avere l’ ambizione di tornare ad affrontare questioni troppo spesso accantonate riprendendo un confronto con quanti rimangono a casa.
Il prossimo anno si chiuderà un ciclo che ci ha visto in questi anni all’ opposizione.
Molte cose sono cambiate ed anche quanto sta accadendo a livello nazionale con un sempre più forte consolidamento dell’ asse PD – ART. 1 – M5S non può che portarci ad essere attenti al nuovo quadro politico che potrebbe aprirsi e a quello che l’attuale maggioranza vorrà fare.
Si apre una nuova stagione politica ed è nostro forte interesse valutare la possibilità di poter incidere nelle scelte della futura amministrazione anche per i motivi sopra espressi che sappia accogliere idee e proposte nuove che veda confermata la presenza di una particolare attenzione sui temi ambientali e delle forze che hanno sempre avuto a cuore questi temi.
Un centrosinistra inclusivo ed aperto a quanti vogliono un’ Ancona più forte, più verde, più solidale, capace di consolidare il ruolo di capoluogo di Regione.
Se questo significa poter ridare un ruolo ad una sinistra di governo anche ad Ancona….noi ci siamo !
Se questo significa ridare un ruolo ad un confronto politico che in città è da troppo tempo mancante…..noi ci siamo !
Se questo significa portare un contributo alle scelte strategiche e future…..noi ci siamo !
Se questo significa interpretare le istanze del mondo delle associazionismo e volontariato anconetano….noi ci siamo !
Se questo significa dare risposte alle tante situazioni di emarginazione sociale che anche ad Ancona sono presenti….noi ci siamo !
Con la nostra tradizione, con le nostre competenze, con la nostra esperienza, con le donne e con gli uomini che sono Articolo 1 ad Ancona.
di Luca Bonventi (Articolo 1 – Ancona)